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In Italia colpiscono milioni di persone. L’artrosi, causa più frequente dei dolori articolari, è una malattia cronica che si sviluppa contestualmente all’invecchiamento dell’organismo. I primi sintomi si sviluppano a partire dai 60 anni. Il sintomo principale è il dolore che causa anche difficoltà nell’utilizzo dell’articolazione colpita. I disturbi possono essere lievi e transitori ma possono divenire continui e severi fino ad essere invalidanti per la perdita della funzionalità dell’articolazione colpita compromettendo il benessere quotidiano e la qualità della vita. Fattori come il sovrappeso, lo stress nell’uso dell’articolazione, il fumo, i traumi ripetuti, posizioni viziate e l’assunzione di alcuni farmaci possono accelerare lo sviluppo dell’artrosi. Tra i dolori più frequenti annoveriamo il mal di schiena (lombalgia da discartrosi) e quelli a carico dell’anca (da coxartrosi) e del ginocchio (da gonartrosi).
Le articolazioni che possono essere interessate dal processo patologico sono:

  1. nella colonna vertebrale dischi intervertebrali e le articolazioni interapofisarie e sacro-iliache
  2. negli arti inferiori l’anca, la sinfisi pubica, il ginocchio, la caviglia e le articolazioni dei piedi
  3. negli arti superiori la spalla, il gomito, il polso e le articolazioni delle mani

L’artrosi si sviluppa per la degenerazione delle cartilagini articolari che porta ad “attriti” tra i capi ossei a livello dell’articolazione. Il persistere di questa incongruenza innesca un processo infiammatorio che percepiamo come dolore e perdita della funzione dell’articolazione. I primi segni di artrosi si possono cogliere nelle varie articolazioni con opportuni esami radiologici, quale la risonanza magnetica, già nel giovane adulto ma sarà la comparsa dell’infiammazione a determinare l’insorgenza del sintomo dolore. Così l’artrite (sinonimo di infiammazione di un’articolazione) si sovrappone alla sua artrosi.


Il processo infiammatorio può coinvolgere anche i tessuti esterni dell’articolazione quali tendini, ligamenti, borse di scorrimento, ossa e muscoli causando tendiniti, sinoviti, borsiti, osteiti e miositi.
Le cure dell’artrosi sono rivolte principalmente a calmare il sintomo predominante che è il dolore osservando il riposo funzionale, assumendo farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e steroidei o praticando terapie fisiche e fisioterapiche. Questi provvedimenti sono rivolti a spegnere l’infiammazione ma non fanno regredire il processo degenerativo della cartilagine che ne è alla base. Per questo motivo il dolore può essere difficile da trattare e recidivare. Oramai “la frittata è già stata fatta” e non si può tornare allo stato originario della cartilagine come quando si era ancora giovanissimi. Sono, comunque, in corso studi per la rigenerazione delle cartilagini (p. e. trapianti di cellule cartilaginee) che ancora non hanno ottenuto soluzioni adottabili farmacologicamente su ampia scala per gli umani.


Ai trattamenti farmacologici o fisioterapici va aggiunta l’eliminazione dei fattori aggravanti, quali l’eccesso ponderale, le posture scorrette, la mancanza di attività fisica, l’abolizione del fumo e dei farmaci nocivi, e la prevenzione mediante un’igiene comportamentale evitando i fattori algogeni scatenanti noti sul lavoro e della vita quotidiana. Per la prevenzione svolgono un ruolo importante una dieta sana con cibi ricchi di magnesio, un’attività fisica regolare, la fango-balneoterapia, i trattamenti fisioterapici ciclici preventivi.
Quando il processo infiammatorio non è più contenibile e si associa ad impotenza funzionale severa e perdurante nel tempo si può procedere alla sostituzione di alcune articolazioni con delle protesi articolari (per esempio dell’anca, del ginocchio e della spalla) o ad interventi chirurgici (per esempio le stabilizzazioni della colonna vertebrale)


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