Frequently asked questions - domande frequenti
Il crescente numero di richieste di informazioni ha aumentato notevolmente il tempo necessario per rispondere singolarmente ad ogni domanda. Occorrerebbe a quest punto un medico addetto soltanto a rispondere alle mail. In considerazione del fatto che la maggioranza delle domande si ripetono regolarmente, sonostate inserite nel seguente elenco una serie di domande e risposte, suddivise per argomenti più frequentemenete trattati. Speriamo che i visitatori non se ne abbiano a male, se vengono rimandati a questo elenco per ottenere una risposta ai loro quesiti.
Rachide cervicaledomanda: ernia cervicale mediana
dall'esame rm rachide cervicale risulte due ernie in C5-C6 con riduzione in altezza dello spazio intersomatico con associata ampia erniazione discale posteriore mediana transligamentosa responsabile di evidente impronta sulla corda midollare.In C6-C7riduzione in altezza dello spazio intersomatico con erniazione discale posteriore mediana che impronta la corda midollare.Cosa mi consiglia di fare?Grazie.
risposta
E' esperienza comuna ai chi si occupa di chirurgia vertebrale di riscontrare frequentemente ernie cervicali come reperto occasionale in soggetti, che hanno fatto una RMN cervicale per altri motivi. Queste persone molte volte non presentano alcun sintomo o disturbo correlabile all'ernia. Inoltre è esperienza comune, che molte volte alcuni tipi di ernia si riducono spontaneamente di volume con il passare dei mesi. Quindi la decisione di operare l'ernia dipende dai risultati della visita, sia per quanto riguarda i sintomi che per quanto rigiarda l'esame neurologicodel paziente, e dall'analisi attenta del tipo di ernia, se molle o associata ad osteofiti, se mediana o paramediana, se associata a segni di sofferenza midollare e tant'altro. In alcuni casi, anche se non vi sono sintomi espliciti nè segni di soffernza del midollo può essere opportuno rimuovere l'ernia come intervento di prevenzione, in quanto nel caso si dovesse andare incontro ad un trauma cervicale potrebbero sorgere serie complicazioni.
Qundi il mio consiglio è di rivolgersi ad un serio neurochirurgo esperto di colonna vertebrale che discuterà con lei gli aspetti che caratterizzano il suo caso e le migliori soluzioni da adottare, siano esse chirurgiche o non.
Quest'estate mia moglie è stata ricoverata presso uno degli ospedali di xxxx a causa di uno svenimento e continui capogiri. I medici hanno diagnosticato la presenza di due ernie cervicali. Malgrado le cure i problemi persistono. Cosa fare?
risposta
La patologia del rachide cervicale raramente è responsabile di capogiri, anche se molto spesso si tende ad attribuirle questa responsabilità, specie se i sintomi accusati dai pazienti non sono guariti con le comuni terapie o se non si è trovato "nulla" ai comuni esami eseguiti per studiare l'orecchio.
Tenga conto, peraltro, che le ernie cervicali sono un frequente riscontro occasionale in persone che eseguono risonanze cervicali per altri motivi e che non accusano sintomi della sfera cervicale. Quindi il riscontro di ernie cervicali non autorizza ad attribuire loro la reponsabilità delle vertigini. Inoltre, il termine ernia è molto vago: si può andare dalle semplici sporgenze erniarie senza altre conseguenze a forme di ernie voluminose che magari comprimono il midollo. Le informazioni da lei fornite sono vaghe.
Queste sono considerazioni a carattere generale da fare prima di eseguire interventi per sintomi abitualmente non correlazionati con determinate patologie. Si rischia di fare un bell'intervento, peraltro routinario nella maggioranza dei centri specializzati, senza risolvere il problema della paziente. In questi casi è importante valutare accuratamente l'orecchio, la circolazione cerebrale e il cervello con gli opportuni esami.
Mio padre soffre di Artrosi cervicale acuta. E' possibile intervenire chirurgicamente?
risposta
Il termine artrosi cervicale acuta è troppo vasto per consentire una risposta. Intanto, l'artrosi cervicale è una malattia degenerativa cronica. Puo succedere che la strutture degenerate vadano incontro a processi infiammatori acuti. In tal caso si pratica abitualmente una terapia medica. Possono fare eccezione i processi acuti sovrapposti di natura infettiva, neoplastica o inseriti in un quadro di cervicalgia cronica, ecc che potrebbero beneficarsi anche di terapia chirurgica. Per la definizione delle terapie opportune per il suo familiare è quindi necessario prendere visione della documentazione esistente e la visita.
domanda: frattura processo spinoso C6
mi sono fratturato il processo spinoso di c6 più di due mesi fa e a tutt'oggi la frattura non si è saldata ed è rimasta invariata. Un neurochirurgo mi ha ordinato di togliere il collare. Nessuno si spiega come mai non si sia saldata e mi hanno prospettato un intervento dove si dovrebbe buttare il processo spinoso. Non so più cosa fare e vorrei un consiglio.
risposta
Le fratture isolate del processso spinoso di C6, ossia non associate ad altre lesioni della vertebra, abitualmente non necessitano di trattamento chirurgico. Quando, come accade frequentemente, la frattura è diastasata, ossia i capi di frattura sono molto distanziati, non avviene la formazione del callo osseo. Eseguiti gli accertamenti atti ad escludere l'esistenza di lesioni ligamentose (rx dinamiche e risonanza magnetica), che possono comportare instabilità, si può rimuovere il collare cervicale.
Quanto affermato, ovviamente, ha carattere generico e potrebbe non essere valido nel suo caso. Per stabilire la terapia più opportuna per lei è necessario visitarla ed esaminare la sua documentazione radiologica.
domanda: protrusioni discali cervicali
Ho 51 anni. Soffro da 7 anni di dolori al collo lato dx. Ho tre protusioni a livello cervicale per le quali mi sono sottoposto a tutte le terapie del caso (mesoterapia, cortisone, ozono terapia paravertebrale, chiropratica, laserterapia, ipertermia, radio frequenza pulsata ). Si abbassa la soglia del dolore ma la contrattura resiste a qualsiasi trattamento. E' possibile praticare l'ozono terapia intradiscale?
risposta
Le protrusioni discali cervicali sono un riscontro occasionale comune in risonanze magnetiche eseguite per motivi diversi dai dolori al collo. Ossia, queste persone non hanno alcun disturbo cervicale nonostante la presenza delle protrusioni.Quindi non dobbiamo curare l'immagine, ma capire cosa sta alla base dei suoi dolori. Il riconoscimento dei generatori di dolore inizia da una visita accurata, alla quale seguono gli accertamenti utili a inquadrare e confermare il problema. Le terape che lei ha elencato verso quale bersaglio sono state dirette? Fermo restando che la ozonoterapia intradiscale peggiora la statica dei dischi sofferenti, mi sembra opportuno che dopo così tanti insuccessi si riveda la diagnosi.
domanda: sindrome di Arnold-Chiari
A seguito di un incidente stradale ho effettuato una risonanza magnetica dalla quale è risultato che sono affetta dalla sindrome di Arnold - Chiari. Faccio presente di essere affetta anche da spina bifida e, da come ha detto il medico, la sindrome può verificarsi in persone affette da spina bifida. Vi chiedo, cosa comporta questa malformazione? Mi è stato detto ed ho letto sui vari siti internet che è molto rara e in alcuni casi ci si deve sottoporre ad un'intervento chirurgico, macosa và a toccare e danneggiare? Io ho 33 anni e, quindi, essendo questa una malformazione genetica convivo con lei dalla nascita e non ho mai accusato disturbi particolari che> potessero far percepire la sua esistenza. Si qualche giramento di testa, ma chi non lo ha, offuscamento della vista ma sfido chiunque dopo 8 oredi lavoro davanti al pc a non averli. Dunque cosa mi devo aspettare? Questa sindrome potrebbe comportare problemi in futuro o resterà li ebasta?
risposta
Semplicisticamente possiamo dire, che la sindrome di Arnold-Chiarie è dovuta ad un insufficiente sviluppo volumetrico dello scompartimento all'interno del cranio (contenitore), in cui si trovano cervelletto e tronco cerebrale (contenuto), che invece crescono normalmente. Questo comporta lo spostamento di parte del cervelletto nel canale midollare cervicale attravreso il forame magno alla base del cranio.
Ne esistono diversi gardi di severità. Abitualmente nelle persone con nessuno o pochi sintomi si riscontra il grado I, quello in cui si ha l'erniazione soltanto delle tonsille cerebellari, formazioni antomiche che si trovano appunto in prossimità del forame magno, che possono arrivare anche a scendere fino alla seconda vertebra cervicale. I sintomi derivano dal fatto che le tonsille cerebellari vanno a incunearsi in uno spazio, in cui già c'è un "leggitimo" occupante: il midollo cervicale. L'erniazione può essere tollerata dal midollo, anche per tempi molto lunghi, senza disturbi, ma può anche causare vertigini, cefalea, paralisi motorie o dei nervi cranici, ecc. Un'altra complicazione è la siringomielia, ossia la formazione di cavità all'interno del midollo. In presenza di sindrome di Arnold-Chiari va studiato anche il midollo cervicale e dorsale. Per decidere cosa fare nel suo caso è necessario che si sottoponga a visita per rilevare eventuali anomalie nascoste ed esaminare la sua documentazione (potrebbe avere una sindrome minima).
L'intervento è abbastanza semplice (in termini neurochirurgici) e consiste nell'allargare lo scompartimento cerebellare ristretto rimuovendo una porzione di osso occipitale e di una o più vertebre cervicali in modo da fare spazio, associando al bisogno una plastica decompressiva della dura madre.
domanda: stenosi cervicale
DA POCO TEMPO SONO A CONOSCENZA DI ALCUNI DISTURBI DI MIA SUOCERA, CON LA QUALE HO UN OTTIMO RAPPORTO. DA QUANTO HO CAPITO, LEI SOFFRE DI UN RESTRINGIMENTO (STENOSI) DEL CANALE MIDOLLARE, COMPORTANDOLE MALI CHE DA ANNI SI TRASCINA. LEI E' UNA DONNA FORTE, E HA SEMPRE CERCATO DI NON FARCI PARTECIPI DEL SUO DOLORE. LO SCORSO HANNO E' RIMASTA PERFINO BLOCCATA A LETTO PER ALCUNI GIORNI. RECENTEMENTE HA FATTO UNA RISONANZA MAGNETICA NELLA ZONA DEL COLLO. IL RISULTATO E' UN RESTRINGIMENTO DEL CANALE MIDOLLARE. MIA MOGLIE MI DICE CHE DA UN MOMENTO ALL'ALTRO POTREBBE INSORGERE UNA PARALISI. IO COSA POSSO FARE? COME POSSO AIUTARLA O SAPERE DI PIU' SULLE EVENTUALI CURE?
risposta
La stenosi o restringimento del canale midollare cervicale, sia che sia congenita che acquisita, comporta una progressiva compressione del midollo cervicale, che alla lunga porta a paralisi dei 4 arti e a disturbi della minzione. I dolori al collo, piuttosto che alla compressione midollare, sono dovuti alla causa che determina la stenosi, ossia all'artrosi vertebrale. La terapia è chirurgica e consiste nell'allargamento del canale midollare. La prognosi è grosso modo favorevole per il recupero dei disturbi paralitici, semprecchè non datino ormai da molto tempo. Quanto detto riguarda, in breve, i pazienti con sofferenza midollare da stenosi cervicale. A distanza non sono ovviamente in grado di confermare la diagnosi di sua suocera.
domanda: ernia C6/7 con ipostenia muscolare
Sono un ragazzo di 25anni. Da circa 1 anno soffro di ernia discale c6 c7. Dopo 1 anno invece che migliorare la situazione è peggiorata. Ormai faccio fatica a dormire enon riesco a fare il minimo sforzo. Nel ultima visita da me effetuata mi e stato riscontrato: ipostenia 4/5 del bicipite brachiale e del tricipite brachiale a destra, riflessi normoevocabili ali arti inferiori, limitazione ai movimenti del collo (particolarmente la estensione e i movimenti verso destra). Per risolvere la situazione mi hanno proposto un intervento di microdiscectomia ed eventuale protesi discale (consigliatomi come intervento all'avanguardia) vs artrodesi. Cosa mi consiglia?
risposta
Se la perdita di forza e della sensibilità all'arto superiore è correlata alla sede e al lato della sua ernia potrebbe essere indicato l'intervento di asportazione, quando le terapie alternative di sicura efficacia non hanno sortito effetti benefici.
In assenza di gravi alterazioni degenerative artrosiche o di instabilità in corrispondenza dello spazio sede dell'ernia è indicata la protesi discale.
Queste considerazioni hanno carattere generale e potrebbero non essere valide nel suo caso. Quindi si accerti che sia stato visitato da un chirurgo esperto in colonna vetebrale.
Rachide dorsale
domanda: ernia dorsale paralizzante
ho bisogno di un consiglio, perchè per i miei disturbi i due neurochirurghi finora consultati hanno detto che la mia ernia dorsale D8-D9 é rarissima, trovano l'intervento indispensabile ma al tempo stesso emtrambi hanno parlato di un rischio alto di paralisi. Ritengono, che non operandomi io possa solo peggiorare, anche precipitosamente. Ho solo 40 anni e tre figli piccoli, sono moplto spaventato, vorrei fare la scelta migliore. Concorda nella mecessità di intervento o può esistere un metodo di cura alternativo?
SINTOMI: da marzo xxxx scarsa sensibilità e formicolii entrambe le gambe.Nessun dolore. A volte, specialmente se dormo supino, avverto una leggera fitta al centro della schiena. Nella gamba SX ho perso
> sensibilità caldo/freddo, ma non ho problemi di controllo motorio. Nella gamba DX sento il caldo/freddo, ma devo concentrarmi per ottenere un modesto controllo dei movimenti. Per infilare i pantaloni devo sedermi, perchè non riesco ad alzare la gamba destra. Inciampo spesso. Zoppico trascinando gamba destra. La gamba DX al risveglio, o dopo un periodo in cui resta nella stessa posizione (es. seduto) è come inchiodata e scricchiola, poi si attiva. Il secondo e terzo dito piede destro si muovono ma non li sento, è come se fossero ingessati. Il formicolio si estende al fianco dx sul lombo, dove a volte, di solito al mattino al risveglio, mi sento gonfio e mi sembra di avere un peso sopra. Mi capita sempre più spesso di risvegliarmi con mani ed avambracci formicolanti. Disturbi erettivi. Al risveglio a volte difficoltà di minzione.
RMN RACHIDE DORSALE (con mdc) del xxxx: “L’indagine richiama l’attenzione in corrispondenza dello sapzio intersomatico D8-D9 dove si rileva la presenza di una modesta riduzione dello spazio
intersomatico ed una grossolana formazione erniaria parzialmente calcifica che determina una marcata impronta sul sacco durale e sul midollo spinale in sede mediana para-mediana sinistra. In corrispondenza dello spazio intersomatico D9-D10 sono presenti segni di protrusione discale cui si associano quelli di una formazione erniaria parzialmente espulsa che impronta il sacco durale e marginalmente il midollo spinale in sede para-mediana destra. Il canale vertebrale mostra ampiezza nel complesso conservata. Non si rilevano immagini di lesioni a focolaio a carico del midollo spinale nel tratto dorsale e nel cono midollare. La somministrazione di mdc paramagnetico non modifica il quadro.
risposta
L'ernia del disco dorsale può assere asintomatica. La comparsa di disturbi è legata alla sua sede: se è molto laterale può dare dolori, che si irradiano lungo il torace a causa della irritazione della radice nervosa; se è mediana può causare uno o, progressivamente, tutti i seguenti disturbi dovuti alla compressione del midollo: riduzione della forza agli arti inferiori, pedita della sensibilità, mancato controllo degli sfinteri e dell'erezione. La comparsa di questi disturbi, se essi per le loro caratteristiche sono concordanti con la sede e il lato dell'ernia all'interno del canale vertebrale, determina l'indicazione all'intervento, in quanto potrebbero ulteriormente aggravarsi nel tempo. Il perdurare della compressione del midollo può causare lesioni non più recuperabili con l'asportazione dell'ernia. Le ernia calcifiche non sono di recente formazione e esistono probabilmente da molti anni, ma la comparsa di disturbi sta ad indicare che le strutture nervose del midollo non riescono più a compensare la compressione che su di esse veine esercitata. Le capacità di compensazione diminuiscono con l'età, che riduce, a dirla grossolanamente, "l'elasticità" del tessuto nervoso e della sua componente vasale.
Le tecniche chirurgiche migliori sono quelle che prevedono un approccio all'ernia lateralmente e dall'avanti (questo approccio si può effettuare, sia asportando una piccola porzione di costola mediante una costotrasversectomia, sia aprendo il torace con una toracotomia o per via endoscopica). E' assolutanmente sconsigliato l'approccio da dietro mediante laminectomia, causa delle note frequenti complicazioni paralitiche del passato.
Le ernia dorsali che necessitano di intervento sono abbastanza rare. La patologia dovrebbe essere affrontata dai centri di neurochirurgia regionali o specializzati in chirurgia vertebro-midollare. Tenga conto che quanto detto ha carattere generale. Per considerare il suo caso personale è necessaria la visita e la visone della documentazione radiologica eseguita.
domanda: frattura dorsale con cuneizzazione del corpo vertebrale
Mio padre che ha 81 anni, ma è in perfetto stato fisico, lo scorso settembre ha avuto un trauma vertebrale T12 in seguito ad una banale caduta mentre era a passeggio nei boschi. E' stato trasportato dall'elisoccorso (in quanto la zona era impervia) in un PS dove gli è stata riscontrata una "probabile e minima" frattura vertebrale ed è stato subito dimesso con la prescrizione di un busto. E' stato per i primi 20 giorni a casa con il busto poi ha cominciato a camminare nuovamente (lui è un gran camminatore) per 2-3 ore al giorno. Il 10 novembre ho voluto fargli fare un controllo TAC per sicurezza ed abbiamo visto che il muro anteriore della vertebra è notevolmente diminuito (mentre è rimasto stabile il posteriore). Un ortopedico ha visto la TC ed ha prescritto un riposo a casa per l'ultimo mese (fino alla scadenza dei tre mesi dall'accaduto) stando solo seduto con il busto o sdraiato e camminare, sempre con il busto, solo per il minimo indispensabile. Attualmente non ha segni di interessamento radicolare. E' giusto e sufficiente questo approccio ? Cosa potrebbe comportare tale patologia ?
risposta
L'integrità del muro posteriore del corpovertebrale garantisce abitualmente, in assenza di altre lesioni articolari o disco-ligamentose, una sufficiente stabilità di una vertebra dorsale da consentire una terapia conservativa. Questa in caso di lesioni somatiche, abitualmente, comporta il riposo a letto per circa 45 giorni e, in seguito, la deambulazione con un busto in estensione dorso-lombare con appoggi a tre punti per altri 30-45 giorni. Questo per evitare che il carico su un corpo indebolito determini il collasso dello stesso. Se, comunque, dovesse avvenire la cuneizzazione del corpo, questa non costituisce un problema, se non "estetico" nella maggioranza dei casi.
Rachide lombare
domanda: aracnoiditeSono una signora di 50 anni e purtroppo da circa un anno non sto bene a causa di una aracnoidite lombosacrale.La sintomatologia è cominciata appunto un anno fa con dolori e parestesia agli arti inferiori. Dopo una cura di antinfiammatori sono stata meglio,ma quest'anno, nel mese di marzo i sintomi sono ricomparsi in maniera violenta. A nulla sono serviti gli antinfiammatori. Il medico di famiglia mi manda dall'ortopedico il quale mi prescrive una risonanza magnetica che mette in evidenza appunto una aracnoidite lombosacrale.Quindi consulto un neurologo il quale mi prescrive delle iniezioni di cortisone, Il farmaco agisce positivamente, ma dopo due mesi i dolori e la parestesia si rifanno sentire e il cortisone stavolta non mi da alcun beneficio. Secondo lei posso guarire da questa malattia o cosa devo fare per impedire che possa progredire?
risposta
L'aracnoidite lombsacrale è un processo infiammatorio a carico di una delle membrane di rivestimento dei nervi contenuti nel tratto lombosacrale della colonna vertebrale. Il termine è aspecifico e non sta ad indicare alcuna delle molteplici cause dell'infiammazione. Sarebbe opportuno, che il Neurologo stabilisse una diagnosi sulla causa della sua aracnoidite. Per quanto attiene le cure bisogna distinguere, se la malatia è ancora in fase evolutiva o se, ormai, abbiamo a che fare con i sui esiti. Nel primo caso, ovviamente, le cure sono mirate a combattere le cause della malattia (semprechè nel caso suo esistano delle cure). Se, invece, abbiamo a che fare con i danni che la malattia ha esitato, specie se si tratta di dolori o sensazioni molto fastidiose agli arti inferiori, è disponibile una scaletta terapeutica. Questa prevede, per iniziare, farmaci analgesici e "antinevritici", seguiti da infiltrazioni perinervose e peridurali e, infine, se tutto ciò non ha funzionato, è possibile impiantare uno stimolatore midollare peridurale. Quanto detto ha carattere generale e potrebbe essere non valido per Lei. Per stabilire, se può essere applicato a Lei, è necessario che La visiti un neurologo e uno specialista di terapia del dolore.
domanda: lombalgiaSalve, sono la figlia di una signora di 78 anni con problemi alla schiena è rimasta a letto per ben due mesi senza potersi muovere dal dolore. nessun tipo di farmaco le dava sollievo soltanto, e per fortuna
ci hanno indicato un terapista del dolore il quale è riuscito a farle passare il dolore, ma adesso le chiedo ho sentito parlare dell'ozono terapia desideravo sapere se tutti possono farla perchè se cosi' fosse> riusciremo ad evitare l'intervento che tra l'altro non vogliamo fare. Io sono in possesso della TC e della risonanza magnetica le chiedo se fosse possibile inserire mia madre in un vostro programma per monitorarla ed iniziare un'eventuale terapia.
risposta
Purtroppo gli elementi che ha fornito nella mail non sono suficienti per esprimere una valutazione sul caso di sua madre. Le cause di mal di schiena sono veramente tante e per curare efficacemente una persona bisogna fare una diagnosi accurata. L'elemento fondamentale di valutazione rimane comunque la visita, anche perchè molte patologie, che si osservano agli esami radiologici, non debbono necessariamente causare dolore e, al contrario possono esservi cause di dolore che non si vedono agli esami. Quindi si rivolga ad un chirurgo esperto di colonna vertebrale per una visita accurata.
domanda: degenerazione discale e osteofitosi
In una TAC LOMBARE da L1 a S1 mi hanno riscontrato: Tutti i livellli esaminati il canale vertebrale presenta domensioni regolari.In L2-L3 non si rilevano immagini da riferire ernie discali. In L3-L4 si rilevano gravi fenomeni degenerazioni gassosa con bulging discali posteriore lateralizato a sn, ove raggiunge il forame di congiunzione omolaterale delineando piccola ernia. Coesiste osteofitosi marginale paramediana sn delle limitante somatiche contrapposte che determina riduzionedel recesso laterale omolaterale. In L4-L5 modesti fenomeni di degenerazione gassosa del disco con modico bulging posteriore.Coesiste osteofitosi marginale a livello dei forami di congiunzione più evidenti a dx. In L5-S1 non si rilevano immeggini da riferire a ernie discali.
risposta
Il quadro descritto alla TAC è abbastanza comune nelle persone appartenenti alla sua fascia di età. La maggioranza di esse però non presenta alcun disturbo alla colonna vertebrale lombare. Infatti si possono avere le alterazioni degenerative di cui lei parla senza affatto doverer stare male. Lei non mi ha detto per quali disturbi le è stata richiesta la TAC. Infatti sono i disturbi e i risultati della visita a guidare le indagini dell'esperto di colonna vertebrale. In base a questi si approda alla diagnosi e si stabilisce la terapia.
domanda: ernia discale L5/S1Ho 28 anni, sono un installatore di impianti tecnologici e gioco a calcio a livello amatoriale.Nel dicembre 2004 mi è stata diagnosticata tramite RNM una grossa ernia con protusione sx L5-S1 che mi portava un gran dolore lungo tutta la gamba sx. Tramite la ginnastica McKenzie nel giro di due mesi il dolore è scomparso e ho ricominciato la mia vita normale.Durante il 2005 tutto ok, a Luglio 2006 è riapparso un leggero dolore alla gamba con un pò di fastidio alla schiena che poi tramite terapia cortisonica è scomparso. Tre settimane fa senza avere nessun tipo di dolore alzandomi dal letto mi ha preso la solita scossa alla schiena come la prima volta e un gran dolore a tutta la gamba sx. La nuova RNM ha diagnosticato la stessa ernia sempre di grosse dimensioni L5-S1. Un neurochirurgo dopo una breve visita mi ha messo in lista per l'operazione in microchirurgia dicendomi che se c'è il dolore, l'insensibilità alla parte esterna del piede, e una grossa ernia la chirurgia è indispensabile. A oggi tramite la solita ginnastica il dolore è scomparso, con ancora una lieve insensibilità al piede che credo passerà in poco tempo. Le chiedo: un'ernia grossa come la mia può rientrare tramite la sola ginnastica posturale? L'intervento nonostante non ci sia dolore ridurrebbe un possibile altro episodio di fuoriuscita di ernia?
risposta
Le ernie del disco non fanno entra e esci. Al massimo possono essere riassorbite o si possono ingrandirsi. Visto che le dimensioni di quella sua, ale RMN di controllo, sono immodificate la sua ernia è rimasta invariata. Infatti, si può avere una grande ernia anche senza avere alcun disturbo o, come nel caso suo, i disturbi possono esserer soltanto occasionali. Per questo motivo le patologie che si vedono alla RMN devono avere un preciso riscontro nella clinica, altrimenti si rischia di operare molte cose senza alcun motivo. Le linee guida prevedono l'intervento per ernia discale lombare in caso di dolore continuo per almeno 45 giorni che non risponda alle terapia mediche e infiltrative con anestetici e cortisone o in caso di paralisi del piede.
Quanto detto, ovviamente, ha carattere generale, in quanto per la valutazione accurata del suo caso è necessaria la visita e la visione diretta delle lastre.
Vorrei sapere perchè ho un continuo dolore all'anca destra. Ho fatto degli acertamenti e dicono che ho una piccola salienza discale inl L5-S1. Mi dicono che non è nulla, ma io continuo ad avere continuamente dolore su tutta la gamba. Cosa devo fare per risolvere il mio problema?
risposta
Le cause dei dolori che si irradiano all'anca e fino a tutta la gamba possono essere tanti. Non soltanto le ernie discali. La diagnosi si fa con la visita. Gli esami radiologici vengono poi prescritti per confermare la sospetta causa che viene fuori dalla visita.
Se le cure non hanno funzionato, allora o i rimedi non erano adatti o la diagnosi è un altra.
Soffro di ernia del disco ed ho, a quel che sento dire, una sintomatologia singolare. Sento come delle scosse alle gambe, alternativamente la sx e la dx, un po' più quella che questa, quando resto abbastanza a lungo seduto o sdraiato e, soprattutto, durante la notte, a letto. Non riesco mai ad avere un sonno prolungato, ma, di norma, mi capita di essere svegliato dal dolore alle gambe ogni 20, 30 o, al massimo, 45 minuti. Allora, mi devo alzare, fare 10 minuti circa di stretching e, poi, tornare a letto, in attesa del successivo risveglio. Puòben capire che, per assommare 5/6 ore di sonno, per quanto interrotto 12/13 volte, sono costretto a restare a letto fino alle 10/11. Per risolvere questo problema, che mi trascino ormai da una ventina d'anni, per quanto negli ultimi 4/5 si sia molto aggravato, ho fatto di tutto: fanghi, chiropratica, uso del plantare, agopuntura, blocchi peridurali, 1 mese di cortisone ed altre medicine, laserterapia; tutto inutile. L'unica medicina che mi dà qualche sollievo, e che mi ha prescritto il mio medico di famiglia, xxxxx (un antiepilettico ad azione sul dolore neuropatico ); una pillola la sera, o a notte inoltrata, mi fa avvertire meno il dolore. Io, però, cerco di assumere questa pillola non quotidianamente, ma a giorni alterni, perchè temo gli effetti collaterali. Strabnamente, poi, durante il giorno, faccio vita normale, anzi piuttosto sportiva: 2 volte a settimana nuoto (circa 1 Km in un'ora), 1 volta a settimana faccio footing ( 10 Km circa, ma sulla battigia, in una fascia piuttosto morbida), 2 volte a settimana faccio un'ora circa di ginnastica, lavorando anche con i pesi, ma solo da posizione supina o prona, sulla panca, senza gravare, quindi, sulla spina dorsale. Il momento più¹ angosciante, per me, è diventato quello di andare a letto, perchè so quello che mi aspetta. Un neurochirurgo, che mi ha visitato ed ha visto la mia RNM mi ha detto che non sarebbe il caso, per ora, di parlare di intervento chirurgico classico, perchè l'ernia sarebbe troppo piccola; come mai allora mi dà tanto fastidio? E che potrei fare per avere notti più tranquille? Spero che Lei possa darmi qualche indicazione utile.
risposta
Se facciamo una risonanza magnetica lombare a 100 persone che sono della sua fascia di età e che non soffrono di alcun disturbo, troviamo nel 60% "piccole ernie" e nel 10% addirittura grandi ernie senza che i soggetti abbiano avuto alcun disturbo. Questo glielo dico, perchè non dobbiamo adattare le cure ad un quadro radiologico qualsiasi, ma dobbiamo essere certi che quanto ci ha mostrato la radiologia abbia un rapporto di causa ed effetto con quello che lamenta il paziente. Credo che, nel caso suo, si sia ancora lontani dall'avere evidenziato la causa dei suoi disturbi. Quindi, esponga il suo caso facendosi visitare (!) da un bravo neurologo.
L'informazione e' fornita soltanto per motivi di educazione sanitaria e non costituisce un servizio di consulenza medica. Persone non mediche dovranno rivedere, interpretare e applicare le infomazioni qui contenute con l'ausilio e la guida di personale professionale appropriato.